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12 Febbraio 2025 – Incontro con gli studenti di Sondrio -2 classi quinte dell’ITC De Simoni e  3A liceo scientifico scienze applicate e 3A liceo economico sociale  del Polo Liceale Città di Sondrio

Presenti all’incontro :Maggiore Marco  Issermann, Ct. Comp. CC di Sondrio maggiore Saverio Leone, sottufficiale GdF Cigna Andrea; Guglielmo Zambon Presidente della Sezione A.N.C. di Sondrio M.llo Claudio Del Curto, Presidente regionale MS (unione nazionale mutilati servizio) cav. Santo Meduri, alcuni sottufficiali arma CC (iscritti UNMS Sondrio), i segretario generale CGIL Sondrio, don Diego Fognini referente presidio di Libera Morbegno, Giuseppe Palotti sia come docente che come presidente UNMS Sondrio, prof. Palotti Gianmario, prof.ssa Maddalena Gusmeroli, prof.ssa Palotti Daniela sia come docente che come vicepresidente regionale del Gruppo di Volontariato Vincenziano.

 Da diversi anni siamo presenti in questo istituto scolastico… ad accoglierci la prof.ssa Dany Palotti, la sala è al completo.Il prof. Giuseppe Palotti  ricorda l’importanza di ricordare le Vittime della mafia e della criminalità organizzata  per non dimenticare il loro sacrificio per tutti noi e la nostra democrazia. Ringrazia  me e Salvatore, in collegamento online, per la nostra testimonianza, sottolineando la sofferenza dei familiari che, nel raccontare la strage di via Scobar- 13 Giugno 1983,  rivivono il dolore mai sopito per quanto accaduto.

Inizio a raccontare come, improvvisamente, la vita di ciascuno di noi può essere travolta da una notizia, la mia  da un’immagine al telegiornale…Tg 1 notte del 13 giugno 1983  alle 22:40…… una macchina e, sul sedile posteriore, il corpo riverso quasi bocconi di Giuseppe, mio fratello il capo devastato da un colpo di lupara…i suoi capelli neri intrisi di sangue…  pensavo di essere morta anch’io.

quella di Salvatore, (in collegamento online) dall’immagine di suo padre, su una pagina del giornale di Sicilia in una pozza di sangue. Comprende che suo padre non tornerà più a casa, è perso per sempre l’eroe della sua vita.

Ciascuno di noi due racconta la vita che vivevamo prima che quella tragedia colpisse improvvisamente la nostra numerosa famiglia, nel sud d’ Italia…Sicilia. Una vita semplice, tranquilla, “amareggiata” soltanto dalla lontananza che già da tantissimi anni la nostra famiglia … sette figli più i  nostri genitori, aveva dovuto tollerare, adattandosi alla separazione…vivevamo in posti diversi d’Italia,  anche in America per motivi di lavoro.

Comunque, tutti gli anni si ritornava in Sicilia per stare insieme almeno il mese delle vacanze estive, dimenticando la tristezza per la separazione che ci aspettava.

Tutti accanto ad una grande tavolata all’ora di pranzo…nonna Marianna che cucinava per tutti, con la legna ed una pentola enorme, non dopo avere messo da parte l’acqua calda per lavare i piccoli…in una vasca di pietra…

Ognuno contribuiva alla preparazione del pranzo che si consumava all’ombra di due enormi gelsi..uno bianco e l’atro nero;  chi aveva fatto la spesa, chi aveva pulito i pesci, chi preparato il contorno…ci si muoveva come una squadra di formiche laboriose… ognuna con compiti diversi ma collaboranti tra loro.

Poi il momento di consumazione dei cibi, parlando … raccontando..sorridendo alle battute scherzose inevitabilmente presenti…fra tutti il più allegro è Giuseppe.

Dopo i nonni facevano un riposino…mentre i numerosi nipotini  giocavano.  La sera Giuseppe, Vito, Giovanni e a turno(  avevamo una piccola barca)  gli altri maschi andavano a pescare.

E poi dopo quel 13 Giugno 1983 tutto cambia…

Salvatore racconta il trasferimento da Monreale a Balestrate con la madre e il fratello più piccolo…il cambiamento radicale e doloroso delle loro vite…trasferimento da Monreale a Balestrate…  la fatica che  devono fare …  senza il loro padre!

Continua la mia narrazione…  la ricerca della verità sulla morte di Giuseppe, come ho raccontato nel libro “ Albicocche e sangue” che gli studenti hanno letto e gli onori che l’Arma dei Carabinieri gli ha dovuto riconoscere. Proiettiamo un breve video…Intitolazione della sala ricreativa a Giuseppe, presso la Caserma Cernaia, a Torino, dove il 28 febbraio 1965 aveva preso gli Alamari…e la sua voce intonata che canta una canzone di Modugno.

Il maggiore Marco Issermann  interviene sottolineando che ciascuno di loro cerca di  muoversi sull’esempio dei Colleghi che hanno onorato lo Stato fino al sacrificio estremo, sollecita  gli studenti a non dimenticare questi “ Eroi” e di vivere secondo le regole della legalità.

Seguono gli interventi, per Libera di Don Diego Fognini che sollecita i ragazzi ad esercitare la memoria, ricordando le oltre 1000 vittime che l’Associazione  Libera ricorda ogni anno il 21 marzo, successivamente Santo Meduri, del presidente  UNMS,  e Guglielmo Zambon, presidente A.N.C.

Alla fine dell’incontro la classe della prof.ssa Daniela Palotti  stringendomi singolarmente la mano, mi ringraziano per  aver condiviso questa storia che rimarrà indelebile nella loro mente. La cosa

che mi colpisce alquanto è che i professori presenti alcuni dei quali incontro ormai da cinque anni manifestano sempre commozione e affetto, come se sentissero per la prima volta raccontare questa tragedia che ha sconvolto le nostre vite.

Saluto  il maggiore Saverio Leone che è stato presente, nonostante stia svolgendo altri incarichi, per starci vicino… attento e commosso.

Come tutti gli anni siamo invitati a pranzo…questa volta siamo in tanti a tavola, come tanti amici che condividono storie dolorose, ma anche piacevoli…ci salutiamo con l’impegno di risentirci e fare, se possibile, altri incontri di impegno e di memoria.

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