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Tre carabinieri sono stati barbaramente trucidati il 13 giugno del 1983 in via Scobar, mentre transitavano in auto: Mario D’Aleo, capitano dei Carabinieri, Pietro Morici, Carabiniere e Giuseppe Bommarito, appuntato dei Carabinieri.

Alla loro memoria verrà assegnata la Medaglia d’Oro al Valor Civile. Vengono uccisi la sera del 13 giugno a Monreale (Palermo). L’obiettivo dell’agguato è il capitano D’Aleo, che ha preso il posto di Basile nella stazione di Monreale e ha approfondito le sue indagini fino a individuare l’organigramma del nuovo vertice corleonese. Ma la scoperta conduce D’Aleo alla tomba e sparisce con lui. La commissione si riunisce di corsa per votare la sua condanna, ogni “famiglia” interessata fornisce il killer più abile.

Lo squadrone della morte apre il fuoco in via Cristoforo Scobar è composto d Raffaele Ganci, da suo figlio Domenico, da suo nipote Francesco Paolo Anzelmo, da Salvatore Biondino, da Michelangelo La Barbera.
Nel giorno dedicato alla memoria di Giovanni Falcone, il 23 maggio del 2007, piove una nuova condanna all’ergastolo su Bernardo Provenzano.
A infliggerla la Corte di Assise di Appello di Palermo, presieduta da Giovanni Miccichè, a conclusione del processo “Tempesta” nei confronti di 33 boss e gregari di Cosa Nostra per una serie di omicidi avvenuti negli anni ‘70 e ‘80.

La massima a Provenzano si lega alle sue responsabilità come mandante della strage di via Scobar a Palermo, dove il 13 giugno 1983 furono massacrati i tre Carabinieri.
Per questo eccidio e’ stato invece assolto Pippo Calò, il “cassiere” della mafia, che però si e’ visto confermare l’ergastolo per altri omicidi.
La prima sentenza del processo “Tempesta” risale all’11 luglio 2001, la seconda al 16 novembre del 2001.

In secondo grado i processi erano stati unificati e c’era stata un’unica decisione della Corte d’assise d’appello, il 20 novembre 2003, poi parzialmente annullata dalla Cassazione il 20 aprile 2005.
In quella occasione furono confermati 28 ergastoli e annullate 40 condanne.
Quello conclusosi il 27 maggio del 2007 era il ‘giudizio di rinvio dopo la sentenza della Suprema Corte.

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