Skip to content

17 febbraio 2025. Incontro con gli studenti delle sei classi prime dell’I.C . “ E.De Amicis” di Busto Arsizio.

Si procede con due turni, di tre classi di 2h ciascuno. Dalle 10.00 alle 11:40 e dalle 12 alle 13:40

Presenti:Francesca Bommarito, Renato Bonetti della Fondazione Giuseppe contro le mafie, ATS.

Ten. Col. Andrea Poletto, Ct della Comp. CC  di Busto Arsizio, e il M.llo Greco, Ct. della Stazione CC.

Come accade da 6 anni, veniamo accolti  con calore.. la vice preside, Prof.ssa Toia,  ci porge i saluti del nuovo Dirigente Scolastico, Dott.Leonardo Pirrello, ( deve rientrare da Palermo). Sono presenti le Prof.sse  Daniela Cristina Calloni, Cristina Colombo, Brigitte Santomarco, il Prof. Massimiliano Meccariello, prezioso aiuto per collegamento online e per la parte tecnica. Numerosi sono gli insegnanti che si alternano durante i due incontri.

Entrano sorridenti  e vivacemente gli studenti…che al primo cenno dei professori, si zittiscono, pronti all’ascolto e preparati alla soria che racconteremo.

Il primo intervento: Salvatore, figlio di Giuseppe, in collegamento online dalla Sicilia…purtroppo per sopraggiunto impegno, urgente e non procrastinabile, può fermarsi poco.

Otre  a salutare,  Salvatore parla un po’ del suo papà, di quando era ancora vivo, della persona solare che è rimasta indelebile nella sua mente, del suo fare sempre scherzoso e dell’amore che nutriva verso loro e tutti i familiari.

Racconta di quanto volesse e si voleva far bene da tutti, del suo accontentare, soprattutto loro bambini e i numerosi cuginetti..facendoli salire sul trattore per scarrozzarli sulla spiaggia. Ricorda quei momenti in cui prevaleva la gioia.

Suo padre, racconta,  amava la natura, il mare, la campagna.

Rievoca i momenti felici di lui e suo fratello, Vincenzo, minore di due anni quando il loro papà li accompagnava a scuola o li andava riprendere…altre volte loro due lo raggiungevano, a piedi  in caserma…la scuola era  vicina;  aspettavano che il padre finisse di lavorare…e poi a casa, dove la mamma li aspettava per mangiare. Il tempo è scaduto…deve scollegarsi.

Interviene, successivamente, il Ten.Col. Poletto che dice ai ragazzi di ricordare la storia che hanno iniziato ad  ascoltare, parla dell’importanza di onorare le persone che hanno sacrificato la loro vita per il nostro bene comune;  legge delle frasi significative di Falcone e Borsellino e poi si scusa e saluta  un impegno per una visita sanitaria.

Segue il mio intervento, racconto, attraverso frammenti di memoria i momenti condivisi con Giuseppe… un ragazzino come loro.

Mostro loro delle foto che, possono a gruppi, avvicinandosi al tavolo, vedere, tenere fra le mani… Giuseppe bambino piccolo e felice con tutta la famiglia che partecipa ad una festa, la settimana dopo Pasqua, recandosi ad un santuario a Balestrate, la Madonna del Ponte; siamo lì tutti raffigurati, oltre ai nostri genitori sono presenti anche sorelle  di nostro padre. Giuseppe con accanto un pallone… come  tanti ragazzini amava giocare al pallone  e, da grande seguiva le partite di calcio… la squadra del cuore…il Palermo. Ecco una foto che lo raffigura a scuola, quarta elementare con tanti altri compagni… tutti maschi? Spiego loro che, nel periodo in cui noi frequentavamo la scuola, Giuseppe lui in terza elementare e io in prima,  le scuole erano tutte femminili e maschili.

Qualcuno tra loro nota come era bello Giuseppe…ben vestito; ecco una foto che lo ritrae in bicicletta…erano le “sue gambe” e poi una foto che lo ritrae con tutti i familiari, a tavola, sotto gli alberi di due grandi gelsi al mare; qui è con la sua fidanzata, Mimma…e poi la foto del matrimonio, eccolo con i suoi bambini in questo luogo favoloso per noi, al mare…

In una foto, Giuseppe con il suo sorriso smagliante  durante al festa del battesimo del nostro bambino, in Sicilia, sulla terrazza della casa di ancora in costruzione…ci dedicava le ore libere!

E poi un’ultima fotografia,  a Venezia la primavera del 1982, quando con mio marito il nostro bambino e nostra madre che abitava con noi l’abbiamo raggiunto a Padova e  insieme ci siamo recati  a Venezia.

eguono le numerose foto del suo funerale…strage di via Scobar…, la partecipazione numerosissima di persone che gli rendevano omaggio.

Giuseppe era un carabiniere, anzi un appuntato dei carabinieri e prestava sevizio presso la Compagnia Carabinieri di Monreale…paese vicino Palermo, dove  viene ucciso, insieme al suo Capitano e all’autista ,il carabiniere Pietro Morici.

Li sollecito a non dimenticare questo nome e questo cognome e a pensare che lui, pur sapendo che la fine della sua vita ormai era stata decretata dalla mafia, non aveva avuto paura di andare avanti e di fare fino in fondo il proprio dovere, onorando la divisa che indossava e il giuramento fatto allo Stato.

Sottolineo che la cosa che mi fa più soffrire, è pensare  come ha fatto a far finta di niente…consapevole che  poteva non tornare più a casa…separarsi dai figli, da tutta la famiglia .

Chissà quale dolore ha avuto in quel momento … lui era un padre, era un carabiniere e da carabiniere è morto.

L’esperienza di aver potuto vedere le immagini di Giuseppe, da vivo,  tenere fra le mani le sue foto penso sia stata un’esperienza unica per questi ragazzini di 11 anni!

Segue brevi, ma significative parole , da parte del Maresciallo Greco che ricorda i ragazzi a rispettare le regolerai essere solidali tra loro e di avere rispetto e fiducia nei riguardi dei professori e degli adulti.

Riesce a collegarsi ancora Salvatore, per salutare i ragazzi e ringraziare tutti i professori che, ogni anno, ci accolgono e ci permettono di tenere viva la Memoria del loro padre.

Torna su