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4 febbraio 2025-incontro con gli  studenti dell’ I.I.S Albe Steiner, classe terza B

Presenti i docenti di progettazione del prodotto fotografico e audiovisivo:
prof.ssa Mariachiara Stenta, prof.re Maurizio Biancone.<br>
Ten. Angelo Maria Zerino, Ct Nucleo operativo Comp. Oltre Dora-Torino,
Magg. Alessandro Sorgente (avvisa che per impegni urgenti, non può partecipare), App. Sc. Pasquale Audi.<br>
Giulia Toffanin, rappresentante della Associazione LIBERA
Dott.Bommarito Francesca, Bonetti Renato della Fondazione Giuseppe Bommarito contro le mafie.

La scuola si trova alla barriera nord di Torino… Lungo il percorso rivedo luoghi ormai remoti nella mia memoria, quando giovane studentessa presso la facoltà di Scienze Naturali, a Torino. Ci fermiamo davanti ad uno sbarramento per entrare nella struttura; suoniamo ben due volte… Il mio sguardo è attirato da alcuni ragazzi che stazionano fuori dalla struttura e che, intuendo la nostra difficoltà, ci indicano dove suonare, perché possano aprirci. Con noi entrano il Tenente e l’App. Dobbiamo firmare sia per entrare che, dopo, per uscire…All’interno ci sta aspettando Giulia Toffanin.
L’edificio sembra una struttura militare…è un ex polveriera, sede in una sezione dell’antico arsenale militare, le cui origini risalgono alla fine del sedicesimo secolo!
I corridoi sono immensi, le pareti tappezzate da bellissimi poster, prodotti dagli studenti per campagna contro bullismo, femminicidi ….e altro.
Anche l’aula in cui si svolge l’incontro è particolare…gli studenti seduti su dei cubi e noi, con i professori, prendiamo posto su delle sedie e nell’insieme formiamo un cerchio.
L’incontro con una sola classe crea una atmosfera che favorisce la comunicazione tra noi tutti.
Dopo le presentazioni, prendo la parola e l’indirizzo della scuola mi stimola a raccontare la storia della strage di via Scobar, attraverso l’impatto che le immagini Improvvise, inaspettate della televisione di quella tarda sera del 13 giugno 1983, si impongono e colpiscono il mio sguardo… sul sedile posteriore, lo sportello aperto di una macchina scura, riverso bocconi, con il capo completamente distrutto, i capelli neri intrisi di sangue… mio fratello Giuseppe. Quella immagine di violenza e di morte rimane indelebile nella mia mente… la consapevolezza che non avrei più rivisto il viso sorridente di mio fratello e che niente sarebbe stato più come prima.
La forza distruttrice di quella tragedia, si è abbattuta come un uragano su noi tutti, una ferita profonda ineliminabile e un vuoto non incolmabile.
Poi invito chi tra gli studenti può leggere parte della testimonianza di Salvatore, primogenito di Giuseppe: “… non riuscivo ad accettare quella notizia… stentai a dormire…svegliandomi ho creduto di avere avuto un terribile incubo…ma la foto che osservai, per caso, su una pagina del giornale di Sicilia… mio padre giaceva a terra, in una pozza di sangue… “mi dice” che il mio papà, il mio eroe mi aveva lasciato per sempre”.
Riporto un’altra immagine.. quella che mi racconta Antonella, compagna del capitano D’Aleo la sera dell’attentato, quando lei, precipitosamente arriva il cancello della abitazione sua e di Mario davanti ai suoi occhi tre corpi privi di vita e supino l’amore della sua vita, Mario, con il cappello accanto e il giornale l’Ora in mezzo alle gambe …sparse per terra e galleggianti nel sangue tantissime albicocche il cui profumo sembra, per poche secondi, prevalere sull’odore del sangue.
Cito, inoltre, la fotografa Letizia Battagli, cronista del Giornale l’Ora, che ha raccontato la storia di Palermo attraverso le foto dei numerosissimi morti… anche cinque in un giorno. Narro la vita che la vita vissuta da tutti noi prima di questo tragedia, di una famiglia semplice che aveva come comune minimo denominatore l’affetto e la solidarietà che ci legava. Dopo ognuno di noi, come aveva potuto aveva raccolto quello che era rimasto dall’uragano che ci aveva travolti e sconvolte le nostre vite. Giorno dopo giorno e con fatica ci siamo rimessi su e abbiamo cercato di non lasciare Giuseppe senza vita in via Scobar, ma con l’impegno e l’esercizio della memoria alla ricerca della verità, abbiamo contribuito e contribuiamo a tenerlo in vita.
Abbiamo superato il primo depistaggio…dimostrando che “Giuseppe era morto per caso”.
Invito gli studenti a documentarsi attraverso il sito e il libro “ Albicocche e sangue” sugli avvenimenti di allora… l’hanno già fatto e prodotto numerosi Reel sulla storia.
Interviene il Ten. Zerino che sollecita gli studenti ad essere solidali, rispettosi tra loro e nei riguardi, soprattutto dei soggetti più fragili, ad essere rigorosi nel rispettare le regole…a riflettere sul coraggio dell’app. Bommarito e sulla sua fedeltà alle Istituzioni…sperando che possa essere un modello per la loro vita.
Giulia Toffanin, parla dell’Associazione Libera, di come è nata…dare un nome ed un cognome agli uomini della scorta del giudice Falcone e del Giudice Borsellino…parla di Don Luigi Ciotti, dell’importanza della Memoria.
Come accade sempre, mi colpisce l’attenzione, la partecipazione emotiva degli studenti…ci si lascia con l’impegno che ci invieranno quanto hanno prodotto, sulla storia, di Giuseppe, prima dell’incontro.
Ci rechiamo a salutare il Dirigente scolastico, prof. Pietro Rapisarda che si scusa per non aver potuto accoglierci ci ringrazia per il nostro intervento e si augura di rivederci per il prossimo anno scolastico.

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