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 5 Marzo 2025 –  incontro con Salvatore,  gli studenti dell’ IC  Falcone di Palermo zen N2. –

 – quattro sezioni  di quinta elementare e cinque sezioni della prima media

Presente il Cap.Andrea Maria Ortolano, Ct . Comp.  PA – San Lorenzo e la Marescialla Sveva Cattaneo  Vicecomandante della stazione carabinieri di San Filippo Nero Neri.

 Incontro la prima delle quattro scuole, propostemi  dall’Arma dei Carabinieri di Palermo.

Mentre ci addentriamo macchina con Salvatore,   nel quartiere  per trovare la scuola, mi colpisce lo stato di degrado e di abbandono… case popolare  senza nessuna manutenzione, montagne di immondizia a circa  100 metri dall’istituto… è tutto chiuso con catenaccio, inferriate molto alte, sembra di entrare in una fortezza; ci viene incontro un bidello – un factotum  che ci accoglie  gentilmente.

Siamo arrivati in anticipo, chiedo cortesemente il bagno che trovasi al secondo piano, la sala riunioni al terzo piano…naturalmente, l’ascensore  è fuori uso.

Anche  il bagno  sembra essere una fortezza, un signore  si preoccupa di prendere le chiavi da una parte e poi ci accompagna nei bagni dall’altra parte…  bagni dei professori chiusi con un lucchetto, locale desolante… mi si chiede di guardare bene se c’è la carta igienica.

Finalmente arriviamo nella sala dove dobbiamo incontrare i ragazzi, bellissima, ampia luminosa decorata da tanti disegni probabilmente fatti dai ragazzi che arrivano pian piano studenti, giovanissimi. L’incontro è abbastanza disturbato dalla presenza di ragazzi, con gravi problemi psichici o di comportamento, “ i presenti sono pochi in realtà “ mi dice un o dei numerosi Professori presenti e che si alternano:  “ufficialmente molto numerosi… non hanno nessuna notifica  perché i genitori non vogliono, vivrebbero questa dichiarazione come un marchio che bloccherebbe loro le carte del futuro!”

 Rimango perplessa e senza parole. Durante tutto l’incontro, alcuni di questi ragazzi sono molto disturbati e disturbanti, fortunatamente sembra che i ragazzi, “senza problemi”  presenti siano abbastanza abituati e non si lasciano, comunque, coinvolgere.

Inizialmente arriva il Preside per salutarci… un signore di bell’aspetto, gentile che ci tiene a dirmi che lui ha fatto il preside per quattro anni a Busto Arsizio in una scuola media e che era stata un’esperienza molto positiva; chiede scusa, deve andare per un impegno importante, la partecipazione ad un  osservatorio sulla dispersione scolastica della zona.

Penso che  se  parlassi subito di un “carabiniere ucciso”molti tra gli studenti, probabilmente, penserebbero “uno sbirro in meno”.

Allora inizio  chiedendo quanti tra loro hanno fratelli e sorelle… la maggioranza! Li stimolo a riflettere sul rapporto che hanno fra di loro, se si vogliono bene, se sono solidali, sottolineando  che penso che dipenda, in parte, dall’educazione che si riceve in famiglia,.

Ritengo che i ragazzi sono meravigliosi e non sono in grado di far male agli altri se sono stati i bambini desiderati, bambini accuditi, amati, cioè vissuti in un ambiente che ha avuto cura ed  educati al rispetto tra fratelli.

Spiego cos’ è l’Empatia  e come rappresenti la  base indispensabile per “non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te” in riferimento  sia  verso un essere umano, ma anche un gattino o un cagnolino e così via..

A questo punto inizio a dire che anch’io, come tanti di loro, ho fratelli e sorelle, cresciuti amorevolmente e con empatia… e che desidero parlare  di uno di questi fratelli , Giuseppe… era un bambino come loro,  amava giocare a pallone, andare in bicicletta, ballare, amava il mare, si era innamorato, sposato, aveva scelto di fare il Carabiniere era diventato padre di due figli… mostro loro le foto che lo ritraggono in diversi momenti della sua vita poi una foto che lo ritrae da Carabiniere.

A vent’anni circa, entra a far parte dell’arma dei Carabinieri! Aggiungo che questa scelta non è inusuale in una terra come la nostra, dove ci sono pochi sbocchi lavorativi… l’occupazione prevalente è quello di sperare di poter essere accolti dell’arma dei carabinieri, nell’esercito, nella polizia, nella  finanza …soprattutto nelle classi meno agiate quelle che fanno più fatica. Altrimenti per molti, magari anche tra di loro, l’ altra occupazione è la strada! Così si potrebbe diventare un  po’ teppisti, vagando senza una meta precisa alla   ricerca di qualche occupazione per avere qualche soldo per tirare avanti la giornata … diventare” merce “da parte di personaggi che, per arricchirsi, sfruttano ragazzini disponibili… il cui futuro finirebbe per essere il carcere o la tomba.

Giuseppe è stato ucciso (mostro loro il servizio del telegiornale di allora) e segue l’intervento di  Salvatore,  figlio di Giuseppe  che racconta del suo papà, dei momenti di gioia condivisi insieme al fratello minore e alla madre…della loro vita fatta di  normalità, fino alla sera del 12 giugno 1983 ricorda il padre che prende il suo viso tra le sue mani, per prepararlo, forse, alla tragedia che avrebbe distrutto sia  il nido degli uccellini che la loro famiglia.

Un messaggio che comprenderà presto… la terribile sera del 13 giugno 1983 e la sua disperazione muta, l’indomani mattina, dopo aver sperato di aver fatto un brutto sogno, un incubo, la realtà la vede sulla pagina di un giornale: “suo papà giaceva a terra in un bagno di sangue”

Dovrà affrontare  la dura realtà…sia lui che tutta la famiglia.. da quel giorno in poi, condurre una vita senza il proprio padre.

Conclude chiedendo ai  ragazzi rispetto  verso Coloro che sono stati uccisi per lo Stato, per la libertà di tutti, vivere nel rispetto delle regole.

 Racconta come lui ha trasformato la rabbia iniziale in  impegno e diffusione della Memoria tra gli studenti e non soltanto.

Prende la parola il capitano Andrea Maria Ortolano… inizia a parlare con i ragazzi e lo fa in modo spontaneo con un linguaggio relativamente semplice, ma che arriva ai ragazzi che intervengono numerosissimi a fare domande e li fanno anche senza filtri; per esempio uno di loro racconta che al proprio padre è stata rubata la macchina e che il padre si è rivolto a qualcuno, pagando qualcosa per riavere la macchina.

Il Capitano  gli chiede perché non si è rivolto ai Carabinieri  e il ragazzino non sa cosa rispondere. Sembra abbastanza diffusa tra questi ragazzini l’idea che i Carabinieri danno le multe,  fotografano le macchine per poi dare le multe per qualsiasi infrazione…i Carabinieri sono sbirri, qualcuno tra loro pronuncia la parola “sbirro”

Altri ragazzi intervengono e  fanno emergere la necessità che nel quartiere, come nella vita ci siano delle regole  da rispettare, per evitare il caos, la giungla e che i Carabinieri fanno bene a”Reprimere, ad intervenire.

Una prof.ssa, quando si conclude l’incontro, ci parla della difficoltà che devono affrontare quotidianamente…la loro è una missione e sperano di poterne salvare qualcuno, decisi a non abbandonare questi ragazzi ad un destino che sembra segnato fin dalla nascita.Qui il concetto che la Bellezza salverà il mondo sembra un ossimoro.

ll Capitano ci racconta, con amarezza, che fare sgomberare uno spazio occupato da macchine rubate e bruciate, serve a farlo rioccupare da altrettante macchine rubate e bruciate

La marescialla Sveva Cattaneo, trasferita 8 anni fa dal Nord Italia, dove ha le radici familiari,  è una donna minuta, esile con due grandi occhi azzurri, si fa fatica a pensare come abbiamo preso dopo c madre di tre figli e che  da ben da otto anni lavora in trincea in quel posto.  E’ un Carabiniere, è una donna determinata che si spende anche a fare il doposcuola a questi ragazzi gratis, ad insegnare loro a scrivere, a leggere, aiutando i più fragili;  è una donna di carattere che sa imporsi, sa esigere rispetto e che ricorda ai ragazzi quali sono le regole da rispettare per la comune convivenza civile.  Peccato che non è mai intervenuta durante l’incontro.

Ho compreso che è necessario incontrare questi ragazzi, aiutandoli a sperare che potranno avere un futuro, in cui è contemplata la Bellezza…bisogna aiutarli a “schierarsi” per avere Dignità.

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