MAI TANTI MORTI IN UN UNICO AGGUATO
PALERMO – La strage di piazza Scaffa, la più sanguinosa finora avvenuta a Palermo, segue di poco quella di Torre Annunziata, vicino Napoli, in cui, il 27 agosto, furono assassinate, anche lì, otto persone. Mafia e camorra, comunque, hanno compiuto altri massacri. Nell’ estate del 1963, per il controllo degli appalti, i clan dei Greco e dei La Barbera si affrontano a colpi di bombe. Ne fanno le spese i carabinieri: il 30 giugno di quell’ anno, una telefonata anonima avverte che nella borgata di Ciaculli c’ è un’ auto al tritolo. Quando i carabinieri intervengono, avviene l’ esplosione: sette morti. Nel 1969, il 10 dicembre, i mitra delle cosche riprendono a crepitare. E’ la strage di viale Lazio. Cinque mafiosi travestiti da agenti di polizia sparano ai componenti della famiglia Moncada. Quattro morti. Dal ‘ 69 al ‘ 79, la droga comincia ad essere la fetta più ambita della torta degli affari illeciti. A novembre del 1969 un piccolo malvivente cerca di farsi strada, a Milano, nel mondo delle grandi gang legate alla mafia. Nella sua trattoria alla periferia sud di Milano vanno i killer delle cosche. Una carneficina: otto morti tra cui il boss in ascesa, Antonio Prudente. Nel 1982 a Palermo c’ è una nuova strage: in viale Regione Siciliana, la mafia attacca la scorta dei carabinieri che trasferivano un detenuto, Alfio Ferlito. A sparare è il “Kalashnikov” che comparirà anche in altri delitti. Cinque morti, tra cui il recluso che doveva essere eliminato. Un anno dopo, un’ auto bomba esplode in via Pipitone Federico: vengono massacrati il consigliere istruttore Rocco Chinnici, due carabinieri della scorta e il portinaio dello stabile in cui viveva l’ alto magistrato. Ma nell’ arco di questi ultimi anni, i clan della mafia e della camorra hanno compiuto anche una serie di tremendi omicidi. Primo fra tutti quello del prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa. Nella sparatoria di via Carini, a Palermo, muoiono uccisi dai colpi di “Kalashnikov” oltre all’ ex generale, la moglie, Emanuela Setti Carraro, e l’ agente di scorta, Domenico Russo. Sotto i colpi dei killer erano già caduti il capitano dei carabinieri Mario D’ Aleo, l’ onorevole Pio La Torre, il magistrato Cesare Terranova. La guerra di mafia colpisce anche i “picciotti”. Nello scontro fra le cosche, alla fine del 1982, morirono un fratello ed un nipote di Buscetta, il genero e due cugini del boss. La strage strisciante della camorra, invece, si compie nell’ arco degli ultimi anni: 295 vittime nell’ 81, 273 nell’ 82, 290 nel 1983. E gli omicidi multipli sono all’ ordine del giorno.