14 Gennaio 2019

MONREALE(PA), 14 gennaio

Ricordare tutte le vittime di mafia, un obbligo morale per chi si occupa dell’educazione e della formazione dei ragazzi
“Io con Te = Noi”. La sorella e il figlio del carabiniere Bommarito, ucciso a Monreale dalla mafia, incontrano gli studenti.

Ricordare tutte le vittime di mafia, un obbligo morale per chi si occupa dell’educazione e della formazione dei ragazzi Monreale, 15 gennaio 2019 – Uno dei più importanti doveri civili e morali di una società che suole identificarsi nei principi della Costituzione e della Legalità, non solo come fonti teoriche, a volte un po’ astratte, ma come pratica reale e quotidiana, generalizzata ad ogni contesto sociale, è quello di ricordare alle nuove generazioni tutte le esperienze storiche di contrasto alla criminalità, che hanno segnato, talvolta anche in maniera tragica, il percorso umano ed etico di un’intera epoca. Tra le vicende più sofferte che hanno caratterizzato i nostri vissuti passati e presenti, quelle legate alla lotta alla mafia rappresentano forse la porzione più sofferente della Storia che ci appartiene, in termini di fenomeni incredibilmente crudeli, di delitti efferati, di lotta strenua e incessante, di coraggio, di caparbietà nell’azione anti-mafia, talmente radicata da saper pagare il tributo più alto, quello di tante vite oneste e ligie ad un dovere civico e morale che niente e nessuno è riuscito ad annientare…vite irrimediabilmente cadute, ma costantemente presenti nei ricordi amorevoli dei loro affetti più cari e in quelli vigili di chi vuole comprendere le maglie più fitte e oscure degli eventi, dentro quella Storia tragica che, per certi versi, ci accomuna tutti.

Per tale motivo diventa fondamentale trasmettere valori, far conoscere storie significative, “fare memoria”, perché ricordasi di ricordare tutte le vittime di mafia è ormai, sempre di più, un obbligo morale per chi si occupa dell’educazione e della formazione dei ragazzi, perché solo nel coinvolgimento emotivo all’interno di quell’intreccio tra un “ieri” che si riflette, giorno dopo giorno, in questo “oggi” ancora irrisolto e tormentato, si possono accompagnare le giovani menti verso un mondo più giusto, fatto di conoscenze, di memorie, di cultura, di consapevolezza e di riflessione per poter rinforzare le loro “corazze” contro tutto ciò che può costantemente minare la libertà e l’azione onesta di ogni essere umano.

Lunedì 14 Gennaio, nei locali dell’Aula Magna della D.D. “P. Novelli”, ha avuto luogo uno di quegli incontri che lasciano il segno, uno di quegli incontri che difficilmente si dimenticano: una moltitudine
di ragazzini e ragazzi della D.D. P. Novelli, dell’I.C.S. Guglielmo II e del Liceo Basile hanno preso parte, nell’ambito del progetto “Io con Te = Noi”, promosso dall’associazione “Giuseppe Bommarito” contro le mafie
Onlus, ad una esperienza molto significativa: l’incontro con la presidente dell’associazione, Francesca Bommarito, con Salvatore Bommarito, rispettivamente sorella e figlio dell’appuntato dei C.C. barbaramente ucciso dalla mafia insieme al Capitano della Compagnia di Monreale, Mario D’aleo e al collega Pietro Morici e infine con l’attuale Comandante della Compagnia C.C. monrealese, Capitano Guido Volpe.

Dopo i consueti saluti istituzionali da parte dei rappresentanti dell’amministrazione comunale, assessori
Giuseppe Cangemi e Serena Potenza, e delle Dirigenti delle Istituzioni Scolastiche intervenute, Dott.ssa Chiara Di Prima e Dott.ssa Cettina Giannino, l’incontro si è svolto in un clima di intenso
coinvolgimento emotivo ed empatico tra tutti gli intervenuti. Lo struggente racconto di Salvatore Bommarito, che ha trasmesso ai ragazzi presenti tutto il dolore e lo smarrimento di un bambino di nove anni, che già intuisce la responsabilità di essere il figlio di un Carabiniere, un militare impegnato e appassionato del suo lavoro e le conseguenze atroci di una perdita così devastante. Un racconto
vibrante che ha fatto conoscere, ad una platea giovane ma incredibilmente assorta, silenziosa, emozionata, lo sgomento, la desolazione e nel contempo il dovere di crescere in fretta per onorare degnamente la memoria di un padre verso cui si nutre un amore ed un rispetto immensi. La consapevolezza
di dover soffocare lacrime e sofferenza per poter dare forza, per potersi fare forza. Parole che partendo dal cuore hanno saputo parlare ai cuori, hanno saputo aprire un varco alla riflessione, quella più intima e
sommessa, quella che incita alla conoscenza, alla consapevolezza, all’azione più giusta e più saggia.

Francesca Bommarito ha ribadito l’importanza di ricordare tutte le vittime della mafia, anche quelle meno conosciute, perché dinnanzi al “male assoluto” è esistito (ed esiste ancora) un mondo di donne e uomini coraggiosi e perbene, un mondo da valorizzare, un mondo che ha voluto e saputo combattere i soprusi, per
affermare i valori di libertà e giustizia, per ridare la speranza di un’esistenza più equa e più serena.
Un coraggio, un esempio che non possono e non devono disperdersi, che vanno ricordati, interiorizzati e rivissuti come input da comprendere e da cogliere al volo, per generare un modo nuovo di riconnettere i
propri vissuti verso la conoscenza, la memoria e la voglia di comprendere come poter prevenire e combattere chi soffoca e vanifica la speranza per un futuro migliore, speranza che trova proprio nella Scuola il suo luogo
d’elezione, ove germogliare e dare i frutti più rigogliosi per costruire un domani sempre meno evanescente, perché, come diceva Gesualdo Bufalino: “la mafia sarà vinta da un esercito di maestri elementari”.

FONTE: www.filodirettomonreale.it 15 GENNAIO 2019